Ortodonzia Prechirurgica
Non ci stanchiamo mai di dirlo: la parola d’ordine dell'ortodontista è 'tempismo'. Come spieghiamo estesamente altrove, un bambino che sia stato visitato al momento giusto (intorno ai quattro anni) e per il quale sia stato messo a punto un piano terapeutico che tenga conto delle tappe salienti della crescita scheletrica, sarà un adulto che non dovrà mai sottoporsi alla chirurgia maxillo-facciale.
Le caratteristiche di elasticità dei tessuti in età evolutiva permettono infatti di sfruttare a nostro vantaggio le leggi della fisica per risolvere praticamente ogni problema di disallineamento, malocclusione, agenesia.
A volte però, per circostanze che sfuggono al nostro controllo, capita di mancare il 'momento magico'.
Cosa succede se è troppo tardi?
Molti di noi sono nati e cresciuti in un mondo in cui le cure dentali si limitavano a poco più che otturazioni ed estrazioni.
Nei casi più clamorosi di malocclusione si ricorreva, con grande sofferenza (anche economica) a quella che in molti chiamavano 'la macchinetta': un apparecchio ingombrante che funzionava bene, ma spesso portava con sé anche molti disagi - non ultimi quelli di natura relazionale e sociale.
Nei casi più frequenti ci si teneva il proprio piccolo o grande difetto, ignorando la possibilità che negli anni esso potesse rendersi responsabile di fenomeni dolorosi (oltre che diventare magari inaccettabile sul piano di una serena accettazione dell’immagine di sé). Negli Studi Dentistici vediamo tanti adulti, e senza bambini al seguito.
Ci interpellano, sperando che non sia troppo tardi, per porre rimedio a un problema che si portano dietro da anni. E non è quasi mai troppo tardi per agire; a volte però, nel caso degli adulti, l’ortodonzia può non essere sufficiente.
Non è mai troppo tardi
Benché una delle finalità principali dell’ortodontista sia quella di evitare al paziente un intervento chirurgico, a volte capita che per correggere un difetto particolarmente importante si debba ricorrere alla chirurgia.
Il che non significa che l’ortodontista passi le consegne al chirurgo maxillo-facciale e abbandoni il caso: il più delle volte, al contrario, si mette in piedi un vero e proprio team multidisciplinare in grado di elaborare un piano terapeutico da realizzare in sinergia.
In questi casi il ruolo dell’ortodontista, al di là del processo diagnostico e di messa a punto del progetto terapeutico, risiede nel realizzare un’opportuna azione di riposizionamento delle arcate dentali a beneficio del chirurgo, che si occuperà invece di riposizionare le ossa.
Un percorso standard si può schematizzare in quattro grandi step:
- Il primo è l’iter diagnostico, in cui il team predisporrà un piano di visite ed esami.
- Il secondo step, quello dell'ortodonzia prechirurgica in senso stretto, è la messa a punto di un apparecchio in grado di procurare al chirurgo le condizioni ideali per operare.
- Quando l’apparecchio avrà compiuto il suo lavoro, che sarà costantemente sorvegliato da noi e da te, sarà il momento del terzo step: quello dell’intervento vero e proprio.
- Il quarto step vede ancora il team riunito, prima nella gestione della fase post-operatoria e poi nel più scrupoloso dei follow up.
È un lungo lavoro di squadra, che richiederà un costante impegno da parte tua e nostra, e che oltre che delle competenze necessarie, delle sinergie, delle tecnologie e di una pianificazione minuziosa necessiterà di un ingrediente fondamentale: la fiducia.
Perché scegliere il nostro studio
Se sei alla ricerca di un esperto al quale sottoporre il tuo caso, vieni a trovarci con fiducia: potrai verificare autonomamente il clima professionale e umano che si respira nel nostro Studio.
Entrerai in contatto con una squadra di specialisti sempre in ascolto e con un’attenzione particolare alla dimensione umana del rapporto terapeutico.
Nessuno meglio di noi conosce il ruolo che un’atmosfera rilassata, cordiale, empatica svolge quando si intraprende un percorso di cura. Del resto, da anni lavoriamo con successo al servizio dei clienti più esigenti del mondo: i bambini.
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